Prima antologia “italiana” del poeta russo-sovietico Boris Sluckij, figura divisa fra le due ipostasi di autore consapevolmente inserito nell’orbita dell’ufficialità sovietica e quello fortemente dubbioso sulla bontà della stessa, critico verso il regime e tormentato, senza mai scadere nell’autocompatimento, da questioni etiche profonde. Con stile improntato a una intenzionale prosasticità screziata appena da qualche gioco linguistico, Sluckij ha, come argomento principe, la Seconda guerra mondiale, evento-discrimine nella vita del poeta e cartina al tornasole per una galleria di personaggi, tra i quali Sluckij stesso, indagati nei loro comportamenti “normalmente” eroici e non eroici con un piglio volutamente sobrio e disadorno. Con gli anni il tema bellico lascia spazio anche a riflessioni più private e assorte (per esempio il rapporto con il tempo) paradigmatiche non soltanto per l’homo sovieticus e capaci di mediare la “sorpresa” dell’ultimo, vulnerabilissimo Sluckij, quello che, nei versi per la moglie morta, trova accenti accorati pur nella consueta virilità.
Alessandro Niero

Ph.D, Professore Associato di Slavistica (Letteratura Russa)
Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne
Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna

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