Dal 4 all’8 Novembre 2019 si è tenuto a tra Bosco Chiesanuova a Verona il secondo corso di formazione del progetto Innovaroom. Questo progetto Erasmus, coordinato dalla Spagna, è uno scambio di buone prassi per il rinnovamento architettonico e didattico nelle scuole di Italia, Danimarca, Cipro, Romania e Spagna. Durante il corso i partecipanti dei vari Paesi hanno seguito lezioni su metodi didattici innovativi, creato progetti per nuove classi, visitato scuole e luoghi di educazione non formale per arricchire la loro esperienza e le loro competenze.

Potete trovare maggiori informazioni sul progetto alla pagina: http://innovaroom.eu/

Riportiamo di seguito il racconto dell’esperienza di una delle partecipanti italiane: Antonella Florenti.

Lunedì 4 novembre raggiungo la scuola di Bosco Chiesanuova, al mio arrivo entro a far parte di un gruppo di persone di diversa nazionalità: Cipro, Danimarca, Spagna, Romania: in tutto siamo 20 perone.
Il mio inglese scolastico è stentato, la comprensione sufficiente e la pronuncia terribile.
Partecipo subito ad un gioco a coppie in cui ci si deve presentare, naturalmente in inglese, poi i ruoli si invertono; io e il mio compagno della Romania ci presentiamo al gruppo ad identità invertite, entrambi imbarazzati, ma divertiti.

Il clima che si respira è di accoglienza, disponibilità e di apertura all’altro. Per tutta la settimana stiamo insieme per molte ore, si alternano momenti di lezione ad altri di workshop in sui ci confrontiamo, ci sono anche momenti di convivialità in cui si scherza e ci si conosce al di là del ruolo di ognuno.


Mi ha colpito molto il desiderio di queste persone: docenti, dirigenti, esperti d’arte e ricercatori universitari  di pensare ad una scuola che ha come fine ultimo far star bene i/le bambini/e.
La riflessione è stata: quali spazi, quali tempi, come organizzarli nel modo più efficace possibile in stretta relazione all’idea pedagogica che sottende il nostro essere insegnanti.
Ci siamo confrontati, ognuno ha messo a disposizione degli altri la propria esperienza perché potesse arricchire, aiutare a trovare soluzioni sempre più funzionali allo “star bene” a scuola.


Di solito quando si incontrano i docenti il focus della conversazione è la didattica, il metodo d’insegnamento i contenuti, poco si riflette sul tempo e sugli spazi scolastici; uno spazio ripensato e funzionale all’attività che si svolge può rendere più efficace e accattivante l’azione educativa/formativa.
La settimana è trascorsa velocemente, è stata intensa e ricca di spunti e riflessioni, il contatto diretto con docenti di diversa nazionalità è stato stimolante e arricchente.

 

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